ONENESS coverDONATELLO D'ATTOMA "ONENESS"
 
Donatello D’Attoma, pianoforte 
Alberto Fidone, contrabbasso
Enrico Morello, batteria 
 
Comporre per me è quel preciso momento in cui riflessioni, stati d’animo e consapevolezza degli obiettivi raggiunti, si mescolano e sentono la necessità di rivelarsi.  E così, nella mie composizioni, si ritrovano spesso a coesistere riflessioni su argomenti di carattere musicale intrecciati a sentieri di vita privata. Il punto di partenza nella scrittura di questo nuovo disco è stata una riflessione aperta su uno dei principali fenomeni naturali legati alla vita: la luce. Sappiamo che senza di essa nessuna forma di vita sarebbe possibile: l’uomo, gli animali, le piante, l’intero pianeta. E’ la luce (fotone) che, colpendo la retina, attiva il sistema nervoso del neonato formando in esso il pensiero. 
Ma la luce è anche responsabile della formazione del colore: il colore di un oggetto è un fenomeno che ai nostri occhi si manifesta grazie ad una sorgente luminosa che colpisce l’oggetto il quale può assorbirlo ( nero ), può diffonderlo completamente ( bianco ) oppure solo parzialmente ( es. rosso). 
 
Oneness, titolo di questo nuovo lavoro, è il risultato di suggestioni e impressioni personali sulle sfumature di luce e colori il cui potenziale espressivo da vita ad oggetti che si traducono a volte in forme musicali aperte e indefinite come nel brano “Purple Sunset” altre in cui un elemento torna ciclicamente all’interno di una forma più strutturata come accade in “Mare Bianco” o in “Fluorescent light”
 
Al ritorno in Italia nel 2017, dopo un breve ma significativo periodo della mia vita trascorso a Berlino, ho iniziato a scrivere nuova musica scegliendo sin da subito l’organico. Alberto ed Enrico, con il loro modo di stare alla musica e nella musica, sono stati per me soprattutto un forte stimolo al processo creativo. 
Non posso affermare con certezza che il piano trio sia in assoluto per me la condizione ideale perché il mio pensiero compositivo sia compreso al meglio. Non potrò dirlo almeno fino a quando non avrò sperimentato altre possibilità: esistono, sono tante e si formano sempre oltre il confine di noi stessi. ( Donatello D’Attoma)

Donatello D'Attoma - ShemaDONATELLO D'ATTOMA "SHEMA"
Alfa Music, 2016

"Si chiudono gli occhi, si fissa il buio e si ascolta. Pensiamo che “Shemà” di Donatello D’Attoma sia un album nel quale l’artista non intenda tanto raggiungere vette inesplorate quanto piuttosto meditare sul proprio vissuto di uomo e di pianista, portando nelle digressioni musicali le difformi dimensioni  della propria esperienza, là dove la coscienza prevale sullo stato fisico (anche del suono) ed in cui si entra in comunione con l’essenza  più profonda dell’Io, il Ricordo.” ( Fabrizio Ciccarelli. Roma in Jazz, 2016) 
 

Leggi l'intervista per All About Jazz, 2016


Donatello D’Attoma, piano
feat. Daniela Spalletta, vocal

Dopo la pubblicazione di due dischi a suo nome, un’ intensa attività concertistica in Italia e all’estero, Donatello D’Attoma giunge all’appuntamento annunciato con l’uscita del suo terzo disco misurandosi con una delle personalità musicali più influenti e rivoluzionarie della storia del jazz internazionale: Charles Mingus. Dopo avergli dedicato una pubblicazione e diversi scritti, l’artista pugliese sente il desiderio di confrontarsi più da vicino con la sua musica a volte di impenetrabile oscurità e profondità - come in Freedom e Weird Nightmare - ma anche pervasa di un’irrequietezza e di un cinismo disarmante. Un disco in cui trovano spazio anche brani originali composti dall’autore - Shemà - e da una delle voci italiane più apprezzate del momento, Daniela Spalletta: suo il brano Open Heart come anche il vocalese realizzato sull’assolo di pianoforte di Good Bye Pork Pie Hat. Una collaborazione tra i due artisti nata proprio negli studi della label romana Alfa Music per merito del fondatore Fabrizio Salvatore. Shemà è il titolo di questo nuovo lavoro prodotto per l’etichetta romana Alfa Music e distribuito da Egea disponibile anche su iTunes e sulle migliori piattaforme digitali di musica.

 


WatchdogDONATELLO D’ATTOMA “WATCHDOG”
Jazz Engine Records, 2014

Donatello D’Attoma: piano, rhodes

Francesco Angiuli: double bass
Domenico Caliri: guitar

Vladimir Kostandinovic: drums
Luca Alemanno: bass

Alex Milella: guitar
Lello Patruno: drums

Jazz Engine Records è lieta di annunciare l’uscita ufficiale del nuovo album di Donatello D’Attoma.

Dopo l’ottimo esordio del 2010 con il disco “Logos” - Pus(H) In records - Donatello D’Attoma torna con un con nuovo lavoro denso di elementi introspettivi e raffinatezza compositiva.

Watchdog è il titolo del nuovo disco che contiene otto tracce, tutte firmate dal pianista pugliese. Un disco che nell’insieme non sente l’urgenza di essere catalogato sotto la sempre più generica etichetta “Jazz.” Il groove e gli incastri ritmici di “Kick Off” e “Organic Brain” bene si accostano alle più meditative “Eyes around the world” e “Looking away from here” offrendo un ampia gamma di colori e sfumature sonore che mettono in risalto grandi doti esecutive e interpretative dei musicisti che troviamo nel disco come collaborazioni.
Watchdog sarà distribuito da Jazzos.com e dalle principali piattaforme digitali internazionali.


LogosDONATELLO D’ATTOMA “LOGOS”,

Pus(H) in records, 2010

Donatello D’Attoma- piano/rhodes

Gaetano Partipilo – alto sax

Camillo Pace – doublebass

Lello Patruno - drum

Logos is the starting point and end point of a musical design that sheds light passing through opposite emotional states, each of which represents the deepest stage of human interiority.

 

<< La “comunicazione universale”, quella magica trasmissione generata dalla seduzione del suono, una corrente emozionale che rende vivi ed apre infiniti spazi di significato dove ridisegnare i contorni sonori di una materia fluida e mutevole che racconta e descrive senza rigorosi dettami, gratificando la cara tradizione musicale afro-americana, attraverso la personale interpretazione narrativa degli stili che hanno scritto la storia e l’evoluzione del linguaggio jazzistico. >>(Jazz Colo[u]rs, 6/2011)

<<[…]suadente e composta ballad che dà il titolo al disco, concepita non solo come uno standard, ma anche con tutte le credenziali per diventare uno dei manifesti più convincenti del valore del nostro jazz emergente >> (Claudio G. Bonomi, All About Jazz, 2011)

<< […]la trasposizione in musica di contenuti che si esprimono sia attraverso i soli di piano (e Rhodes) in cui trapela una notevole abilità tecnica, sia nella spinta dialogica di un interplay ben costruito, un groove convincente (vedi ad esempio “Four on three”, “A pleasent surprise”), una capacità di introspezione che si realizza in atmosfere morbide e sospese molto vicine all’impressionismo (“Logos”,“Il canto delle sirene”), un gusto raffinato che conferisce a tutto il disco un mood di eleganza ed essenzialità pur nella ricchezza contenutistica ed espressiva. >>(Paola Parri, Pianosolo, 2011)

<<[…]perfettamente padrone dei propri mezzi espressivi il pianista adatta la tecnica, sicuramente pregevole, alle esigenze espressive di ogni singolo pezzo denotando così una tavolozza coloristica di sicura valenza. E ne abbiamo piena contezza ascoltando i suoi assolo (anche al Rhodes): essenzialità, eleganza, gusto melodico, un certo gioco introspettivo ne sono le caratteristiche peculiari a conferma della complessa personalità di un musicista che , se prosegue su questa strada, potrà dire la sua nel pur difficile e affollato mondo del jazz italiano>> (Gerlando Gatto, A proposito di jazz, 2011)